Capitolo

I geni che si spostano: plasmidi e trasposoni

La nostra salute

L’antibiotico-resistenza

La resistenza agli antibiotici costituisce una seria minaccia per la nostra salute; il problema è aggravato dall’uso improprio che si fa di questi farmaci.

Ti sarà capitato di rivolgerti al medico per un mal di gola, che poteva essere di origine virale o batterica. Il modo migliore per accertare la causa della malattia sarebbe stato fare un tampone faringeo, metterlo in coltura e identificare gli eventuali batteri presenti. In caso di esito positivo, il laboratorio avrebbe eseguito un test per individuare l’antibiotico più efficace contro i batteri (l’antibiogramma che vedi nella ▶figura).

Forse però non avevi voglia di aspettare il tempo necessario per conoscere l’esito dell’esame, e hai chiesto al medico di darti qualcosa. Il medico ti ha prescritto un antibiotico, tu l’hai preso e il mal di gola col tempo è passato, così hai pensato che l’antibiotico abbia fatto effetto.

Ma supponiamo che l’infezione fosse stata di natura virale. In questo caso l’antibiotico non avrebbe fatto nulla di positivo contro l’infezione, che se ne sarebbe andata semplicemente seguendo il suo decorso normale. Potrebbe però aver fatto qualcosa di negativo: agendo sui batteri normalmente presenti nel tuo organismo, potrebbe aver selezionato quelli contenenti fattori R. Questi batteri, capaci di sopravvivere e riprodursi anche in presenza di antibiotici, presto sarebbero diventati molto numerosi; tu continueresti a ospitarli nell’organismo e magari anche a trasmetterli alle altre persone.

Alla prossima infezione batterica, il tuo organismo avrebbe già pronta una riserva di ceppi resistenti, dotati di fattori R da trasmettere ai batteri infestanti, e la terapia antibiotica potrebbe risultare inefficace.

L’acquisizione della resistenza agli antibiotici da parte di batteri patogeni costituisce un esempio di evoluzione in atto. Negli anni immediatamente successivi alla loro scoperta, nel secolo scorso, gli antibiotici furono estremamente efficaci nella lotta alle malattie che avevano afflitto l’umanità per millenni, come il colera, la tubercolosi e la lebbra. Ma, con il passare del tempo, gli antibiotici hanno finito per «selezionare» i batteri creando ceppi quasi impossibili da debellare.

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L’antibiogramma

Il test permette di valutare se un batterio, in questo caso Staphylococcus aureus, è sensibile a un determinato antibiotico. Diversi antibiotici (i dischetti bianchi) sono testati su un terreno di coltura che ospita le colonie batteriche, di colore giallo. L’alone trasparente attorno al dischetto indica che il batterio è sensibile all’antibiotico; negli altri casi, le colonie batteriche continuano a estendersi colorando di giallo il terreno di coltura.

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