Le prime teorie scientifiche sulla storia della vita
Lamarck fu il primo scienziato a formulare una teoria dell’evoluzione
Il primo evoluzionista dichiarato fu il naturalista francese Jean-Baptiste de Lamarck (▶figura 1). Lamarck giunse a concepire la sua teoria dell’evoluzione in seguito alla grande esperienza che fece come curatore del museo di Storia Naturale di Parigi, incarico che gli consentiva di studiare un enorme numero di campioni biologici provenienti da tutto il mondo.
Nella sua Filosofia zoologica (1809) egli affermava che la natura è soggetta a leggi proprie e autonome che determinano un cambiamento delle specie nel tempo. Secondo Lamarck, che sosteneva l’eredità dei caratteri acquisiti, tale cambiamento segue un progetto, un disegno insito nella natura stessa, che porta a un graduale perfezionamento degli organismi generando forme via via più complesse.
Secondo questa idea, le modifiche che un organismo subisce nel corso della sua vita potrebbero in qualche modo diventare ereditarie ed essere trasmesse alla progenie. Oggi questa idea può sembrare ingenua, ma bisogna ricordare che nell’Ottocento quasi tutti i naturalisti condividevano questa opinione, compreso lo stesso Darwin. La teoria dell’evoluzione di Lamarck pone anche l’accento sull’importanza dell’adattamento, un concetto centrale per il pensiero evolutivo. Per Lamarck, tuttavia, l’adattamento riguarda il singolo individuo ed è il risultato dell’uso o del disuso di un determinato organo: la funzione quindi crea l’organo e ogni essere vivente sviluppa gli organi di cui ha bisogno per la vita in un certo ambiente.