Charles Darwin e la nascita dell’evoluzionismo moderno
Il viaggio sul Beagle spinse Darwin a riflettere sulla varietà dei viventi
Alla partenza per il suo viaggio (▶figura 3), Darwin era un naturalista alle prime armi; le sue osservazioni sulla geologia e sui fossili del continente sudamericano, oltre a fornirgli il materiale per le sue successive riflessioni, gli valsero però un certo credito presso la comunità scientifica inglese con cui era entrato in contatto all’università.
Durante il suo viaggio, Darwin fu colpito dalla straordinaria varietà della flora e della fauna che andava osservando. Per noi, che possiamo vedere foto e filmati di qualsiasi essere vivente con pochi click su un computer, è difficile comprendere il profondo effetto che la scoperta della vita nelle regioni tropicali poteva avere sui naturalisti europei dell’Ottocento. Quando essi si immaginavano la creazione avevano in mente un giardino dell’Eden già popolato dalle specie che vivevano in Europa; la scoperta di quanto ricca e varia potesse essere la vita altrove contribuì a mettere in crisi la loro visione, obbligandoli a domandarsi da dove venisse tanta diversità.
Alle Galápagos, in particolare, Darwin osservò la presenza di specie animali diverse eppure simili per ciascuna isola dell’arcipelago; soprattutto egli notò le tartarughe terrestri giganti, che avevano carapaci di forma leggermente diversa a seconda dell’isola in cui vivevano, e un gruppo di uccelli (oggi chiamati fringuelli di Darwin) che differivano per la forma del becco.
Una volta tornato in patria, Darwin ebbe modo di riconsiderare gli appunti e il materiale raccolto durante il viaggio; questo lo condusse a porsi domande che lo indirizzarono sulla strada della teoria dell’evoluzione.