Capitolo

Charles Darwin e la nascita dell’evoluzionismo moderno

L’anatomia comparata: le somiglianze anatomiche tra le specie

Anche gli studi di anatomia comparata forniscono un ulteriore sostegno alla visione evolutiva. Fin dal tempo degli scontri tra Cuvier e Lamarck, infatti, era noto che specie diverse mostravano tra loro somiglianze sorprendenti. In alcuni casi queste somiglianze si potevano spiegare con l’adattamento allo stesso tipo di condizioni di vita: se per vivere in acqua è vantaggioso avere una forma idrodinamica, si può capire per quale ragione i delfini (▶figura 6), che sono mammiferi, assomiglino tanto ai pesci.

I biologi definiscono analoghe le strutture che si assomigliano perché svolgono una stessa funzione, pur avendo origine diversa. È il caso, per esempio, dell’ala di una farfalla e quella di un uccello che sono tra loro diversissime, ma che chiamiamo allo stesso modo proprio per questa somiglianza di funzione.

Darwin tuttavia si domandò in che modo si possano spiegare altre somiglianze, più profonde e non legate all’adattamento. Se paragoniamo tra loro l’ala di un pipistrello, la pinna anteriore di una balena, la zampa anteriore di un gatto e il braccio di un essere umano, troviamo che possiedono lo stesso numero e lo stesso tipo di ossa; strutture di questo tipo si definiscono omologhe.

Questa comunanza di struttura non trova alcuna spiegazione nell’adattamento: come vedremo, Darwin la considerò una prova della discendenza comune di questi organismi; l’omologia infatti costituisce una delle più solide prove a sostegno dell’evoluzione.

Figura
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Figura 6open

Una forma affusolata aumenta l’idrodinamicità

I delfini, come molti altri mammiferi marini, hanno una forma del corpo simile a quella dei pesci perché questo adattamento favorisce i movimenti in acqua.

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