I fattori che influiscono sulla selezione naturale
La selezione sottostà a vincoli imposti dai processi di sviluppo
I principali vincoli ai quali deve sottostare l’evoluzione sono quelli connessi ai processi di sviluppo, perché le innovazioni evolutive non sono altro che modifiche di strutture già esistenti. L’evoluzione infatti non è frutto di un progetto preesistente, ma il risultato di un graduale e continuo adattamento di quel che già esiste, in risposta alle pressioni esercitate dall’ambiente.
Un buon esempio di vincolo collegato allo sviluppo riguarda due tipi di pesci che vivono sul fondale marino. Una linea evolutiva, quella delle razze, deriva da un antenato (parente anche degli squali) provvisto di uno scheletro cartilagineo flessibile e di un corpo già un po’ schiacciato in senso dorso-ventrale. Per poter nuotare rasente al fondo marino, le razze hanno evoluto il loro assetto corporeo in seguito a un ulteriore appiattimento (▶figura 23A).
L’altra linea evolutiva, che comprende pesci come le sogliole, discende invece da antenati provvisti di scheletro osseo e di un corpo compresso in senso laterale. Per stare appiattito sul fondo, un pesce con questa forma non poteva far altro che sdraiarsi su un fianco. In questo modo si riduce la capacità di nuoto, ma il pesce può rimanere immobile e ben mimetizzato. Durante lo sviluppo, in questi pesci piatti la posizione degli occhi subisce una bizzarra torsione che li porta a raggiungere lo stesso lato del corpo (▶figura 23B). Probabilmente la conformazione definitiva che osserviamo oggi è il risultato di piccoli slittamenti progressivi di uno degli occhi, che miglioravano la vista dei pesci piatti ancestrali.
Che cosa ci dice il confronto tra questi due casi? In entrambi, l’ambiente favoriva una forma appiattita e la selezione naturale l’ha ottenuta, ma non nello stesso modo. L’appiattimento dorso-ventrale tipico della razza, infatti, avrebbe imposto una trasformazione impossibile all’embrione di una sogliola. Spesso, quando valutiamo la fitness di un carattere, pensiamo soltanto allo stadio adulto, mentre in molti casi per comprenderne l’evoluzione dovremmo tenere conto anche dei suoi effetti sulle forme immature.