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La meiosi produce quattro cellule aploidi diverse tra loro

La meiosi comprende due divisioni nucleari che riducono il numero di cromosomi da diploide ad aploide. La cosa importante da ricordare è che durante la meiosi il nucleo si divide due volte, ma il DNA si duplica una volta sola. Inoltre i prodotti della meiosi, diversamente da quelli della mitosi, sono diversi fra loro e dalla cellula di partenza. Per capire le particolarità del processo meiotico è utile tenere presente i suoi risultati: 1) ridurre il numero di cromosomi da diploide ad aploide; 2) assicurare che ciascuno dei prodotti aploidi possieda una serie completa di cromosomi; 3) favorire la variabilità genetica fra i prodotti.

Durante la prima divisione meiotica ha luogo il crossing-over

La prima delle due divisioni meiotiche, detta meiosi I, presenta due caratteristiche peculiari:

  1. I cromosomi omologhi si appaiano aderendo l’uno all’altro per tutta la loro lunghezza; mentre nella mitosi non avviene un appaiamento analogo.
  2. Dopo la metafase I si verifica la separazione dei cromosomi omologhi, mentre i singoli cromosomi, ciascuno composto da due cromatidi fratelli, rimangono inalterati fino al termine della metafase II, cioè la metafase della seconda divisione meiotica.

La meiosi I è preceduta da un’interfase simile a quella della mitosi, che comprende una sottofase S durante la quale si ha la duplicazione di ciascun cromosoma. Ne deriva che ogni cromosoma è composto da due cromatidi fratelli, tenuti insieme da molecole proteiche.

Consideriamo il processo osservando la ▶figura 16. La meiosi I inizia con una lunga profase nel corso della quale la cromatina diventa più compatta e i cromosomi cambiano radicalmente aspetto. I cromosomi omologhi si appaiano aderendo per tutta la loro lunghezza. Questo appaiamento, che prende il nome di sinapsi, perdura per tutto il periodo che va dalla profase I fino al termine della metafase I.

I quattro cromatidi di ciascuna coppia di omologhi formano una struttura che prende il nome di tetrade. Per esempio, in una cellula diploide umana sono presenti 46 cromosomi che all’inizio della meiosi formano 23 tetradi, ciascuna delle quali contiene quattro cromatidi; di conseguenza, durante la profase I i cromatidi sono in tutto 92.

A mano a mano che la profase I va avanti, la cromatina continua a compattarsi, tanto che i cromosomi appaiono ancora più spessi. A un certo punto sembra che i centromeri di due cromosomi omologhi si respingano, mentre invece i bracci mostrano dei punti di contatto (▶figura 14). Le regioni che contengono questi punti di contatto possono assumere l’aspetto di una X e per questo sono detti chiasmi (la parola significa «struttura a croce» e deriva dalla lettera dell’alfabeto greco che si legge «chi»).

Un chiasma sta a indicare uno scambio di materiale genetico fra cromatidi appartenenti a cromosomi omologhi mediante un processo che i genetisti chiamano crossing-over. Di solito i cromosomi cominciano a scambiarsi materiale subito dopo la formazione della sinapsi, ma i chiasmi si rendono visibili soltanto in un secondo momento, quando gli omologhi si respingono.

Lo scambio di materiale dovuto al crossing-over (▶figura 15) accresce la variabilità genetica fra i prodotti della meiosi, in quanto rimescola l’informazione genetica all’interno delle coppie di omologhi. Nei prossimi capitoli torneremo sul crossing-over e sulle sue conseguenze genetiche.

Lo svolgersi dei complicati eventi della profase I sembra non avere fretta. Mentre la profase mitotica di solito si misura in minuti, e tutta la mitosi raramente richiede più di un’ora o due, la meiosi può durare molto più a lungo. Nell’uomo, le cellule dei testicoli che vanno incontro a meiosi per produrre gli spermatozoi richiedono circa una settimana per la profase I e quasi un mese per l’intero ciclo meiotico. Nella donna, le cellule destinate a diventare ovuli entrano in profase I durante il periodo prenatale, nei primi stadi dello sviluppo fetale, e completano la meiosi alcuni decenni più tardi, nel corso dei cicli ovarici mensili.

La profase I è seguita dalla prometafase I, durante la quale l’involucro nucleare e i nucleoli si dissolvono; contemporaneamente si forma un fuso i cui microtubuli si attaccano ai cinetocori dei cromosomi. I cinetocori di entrambi i cromatidi di ciascun cromosoma si attaccano alla stessa parte del fuso, perciò l’intero cromosoma, composto da due cromatidi, migrerà verso uno dei due poli della cellula. Al momento della metafase I tutti i cromosomi hanno raggiunto la piastra metafasica; fino a questo punto le coppie di omologhi sono tenute insieme dai chiasmi.

I cromosomi omologhi si separano nell’anafase I, quando i singoli cromosomi, ciascuno tuttora formato da due cromatidi, sono spinti ai poli; diversamente dalla mitosi, qui uno dei due cromosomi omologhi migra verso un polo mentre l’altro raggiunge il polo opposto (ricorderai che durante l’anafase mitotica avviene invece la separazione dei cromatidi fratelli). Ciascuno dei due nuclei figli prodotti da questa divisione contiene quindi una sola serie di cromosomi, e non due serie come il nucleo diploide di partenza.

Tuttavia ognuno di questi cromosomi, essendo formato da due cromatidi e non da uno soltanto, ha un contenuto di cromatina doppio rispetto a un cromosoma che si trovi al termine di una divisione mitotica.

In alcuni organismi, all’anafase I segue la telofase I, durante la quale si riforma l’involucro nucleare, seguita da un’interfase, detta intercinesi, simile all’interfase mitotica. Durante l’intercinesi la cromatina è parzialmente despiralizzata, tuttavia non avviene una duplicazione del materiale genetico, perché tutti i cromosomi sono già formati da due cromatidi. Inoltre, nell’intercinesi i cromatidi fratelli non sono geneticamente identici perché il fenomeno del crossing-over verificatosi nella profase I ha rimescolato il materiale genetico. In altri organismi, al termine dell’anafase I i cromosomi passano direttamente alla seconda divisione meiotica.

Figura
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I chiasmi mettono in evidenza lo scambio di materiale fra cromatidi

La microfotografia mostra una coppia di cromosomi omologhi, ciascuno formato da due cromatidi, durante la profase I della meiosi; sono visibili due chiasmi.
Figura 15
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Il crossing-over dà origine a cromosomi geneticamente diversi

Lo scambio di DNA mediante il crossing-over dà origine a nuove combinazioni del materiale genetico nei cromosomi ricombinanti. I due colori permettono di distinguere i cromosomi provenienti dai due genitori.

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La nostra salute

Gli errori nella meiosi portano a formule cromosomiche anomale

In un processo complesso come la divisione cellulare capita che talvolta qualcosa vada storto. Può succedere che una coppia di cromosomi omologhi non si scinda alla meiosi I, oppure che i cromatidi fratelli non si separino durante la meiosi II o durante la mitosi. Un evento di questo tipo prende il nome di non-disgiunzione. Viceversa, può succedere che i cromosomi omologhi non rimangano attaccati. In entrambi i casi il risultato è una o più cellule aneuploidi. Come puoi vedere nella ▶figura, l’aneuploidia è la condizione per cui ci possono essere uno o svariati cromosomi in meno o in più.

Per esempio, se durante la formazione di una cellula uovo umana entrambi i membri della coppia di cromosomi 21 all’anafase si spostano verso lo stesso polo, i gameti risultanti conterranno zero oppure due cromosomi 21. Se una cellula uovo con due cromosomi 21 viene fecondata da uno spermatozoo normale, lo zigote risultante ne conterrà tre copie: sarà cioè trisomico per il cromosoma 21.

Un bambino con un cromosoma 21 supplementare presenta la sindrome di Down caratterizzata da ritardo variabile nello sviluppo, caratteristiche somatiche particolari a livello delle mani, della lingua e delle palpebre, possibile tendenza a sviluppare malformazioni cardiache e malattie come la leucemia.

Se invece viene fecondato un ovulo che non ha ricevuto alcun cromosoma 21, lo zigote ne conterrà una sola copia: sarà monosomico per il cromosoma 21. Nella nostra specie, nessuna monosomia a carico di cromosomi somatici dà origine a embrioni vitali.

A carico dei cromosomi possono verificarsi anche altri eventi anomali. In un processo chiamato traslocazione, un pezzo di cromosoma si stacca e va ad attaccarsi a un altro cromosoma. Per esempio, una grossa porzione del cromosoma 21 si può trasferire su un altro cromosoma: gli individui che, insieme ai due normali cromosomi 21, ereditano questo «pezzo» di cromosoma 21 traslocato, svilupperanno anch’essi la sindrome di Down.

Negli zigoti umani le trisomie (e le corrispondenti monosomie) sono più frequenti di quanto si creda, interessando il 10-30% dei concepimenti totali; tuttavia, molti degli embrioni che si sviluppano da zigoti aneuploidi non arrivano alla nascita e molti di quelli che lo fanno muoiono entro il primo anno di età. Spesso le aneuploidie che riguardano cromosomi diversi dal 21 risultano letali per l’embrione e sono responsabili del fatto che almeno un quinto di tutte le gravidanze accertate si risolve in un aborto spontaneo entro i primi due mesi di gestazione.

La poliploidia può causare difficoltà durante la divisione cellulare

Individui provvisti di un intero corredo cromosomico soprannumerario possono essere prodotti per accoppiamenti artificiali o in seguito a eventi accidentali. In determinate circostanze possono formarsi nuclei triploidi (3n), tetraploidi (4n) o di grado più elevato, cioé poliploidi. Ognuno di questi livelli di poliploidia rappresenta un aumento del numero di corredi aploidi presenti.

Se un nucleo risulta provvisto di uno o più corredi cromosomici in eccesso, di per sé questa poliploidia non inibisce la mitosi, dato che durante questo tipo di divisione cellulare ogni cromosoma si comporta indipendentemente dagli altri.

Nella meiosi, invece, i cromosomi omologhi formano sinapsi prima di separarsi: se anche uno soltanto dei cromosomi non è provvisto di un omologo, durante l’anafase I non può svolgersi la migrazione ai poli opposti della cellula. Un nucleo diploide è in grado di effettuare una normale meiosi, mentre uno aploide non può farlo. Analogalmente, un nucleo tetraploide possiede un numero pari di ogni cromosoma, per cui ognuno di questi è comunque in grado di appaiarsi con un suo omologo. Un nucleo triploide, invece, non è in grado di effettuare una normale meiosi, dato che un terzo dei cromosomi manca del rispettivo omologo.

Queste limitazioni hanno conseguenze importanti per quanto riguarda la fertilità degli organismi triploidi, tetraploidi o comunque interessati da un qualche tipo di anomalia cromosomica. Alcuni di questi organismi sono invece comuni nella moderna agricoltura. Le attuali piante di frumento alimentare, ad esempio, sono esaploidi e costituiscono il risultato dell’incrocio fra tre diversi tipi di graminacee, ciascuna provvista del proprio corredo cromosomico diploide di 14 cromosomi.

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Il fenomeno della non-disgiunzione porta ad aneuploidia

La non-disgiunzione si verifica quando i cromosomi omologhi non si separano durante la meiosi I. Il risultato è un’aneuploidia, cioè una situazione in cui uno o più cromosomi mancano oppure sono presenti in sovrannumero.

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La seconda divisione meiotica separa i cromatidi

La meiosi II assomiglia per molti versi alla mitosi, come si vede nella ▶figura 16.

Durante la profase II i cromosomi si condensano nuovamente. Nella metafase II, in ciascuno dei due nuclei prodotti dalla meiosi I, i cromosomi si allineano sulla piastra equatoriale.

I centromeri dei cromatidi fratelli si separano e, nell’anafase II, i cromosomi figli migrano verso i poli. Infine, le cellule si dividono dando origine a quattro gameti aploidi.

Figura 16
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La meiosi

Nel corso della meiosi, due corredi cromosomici vengono suddivisi fra quattro nuclei figli, ognuno dei quali possiede metà dei cromosomi della cellula di partenza. Le quattro cellule aploidi rappresentano il risultato di due divisioni nucleari successive. Le microfotografie illustrano la meiosi che ha luogo nell’organo riproduttore maschile di un giglio. I disegni si riferiscono alle corrispondenti fasi in una cellula animale (i cromosomi di un genitore sono colorati in azzurro, quelli dell’altro in rosso).

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Mitosi e meiosi a confronto

Nelle pagine precedenti abbiamo discusso i due modi in cui si dividono le cellule eucariotiche. Sappiamo che:

  1. In entrambi i processi di divisione il DNA si duplica una volta: la mitosi comporta però solo una divisione del nucleo e produce due cellule diploidi; la meiosi comprende due divisioni del nucleo e produce quattro cellule aploidi.
  2. Nella mitosi i cromatidi fratelli di un determinato cromosoma sono identici; nella meiosi invece, se durante la profase I ha avuto luogo un crossing-over , i cromatidi fratelli possono essere diversi.
  3. Nella meiosi il numero di cromosomi che si dispongono nella piastra metafasica è la metà rispetto al nucleo mitotico.

Nella mitosi ciascun cromosoma si comporta in modo indipendente dal suo omologo; inoltre, durante l’anafase, sono i cromatidi ad essere trascinati ai poli opposti della cellula. Se all’inizio di una divisione mitotica abbiamo un cromosoma C, alla fine in entrambi i nuclei figli ritroviamo un cromosoma C, ciascuno costituito da un singolo cromatidio. Grazie alla duplicazione del DNA, ciascuna cellula figlia si trova ad avere le due serie complete di cromosomi (una di origine paterna e una di origine materna).

Nella meiosi le cose vanno diversamente (▶figura 17): quando si formano le sinapsi, i cromosomi di origine materna si appaiano ai loro omologhi paterni. Poi, durante l’anafase I, gli omologhi si separano: ciò assicura che ciascun nucleo figlio riceva un rappresentante di ogni coppia. Per esempio, in una cellula umana, alla fine della meiosi I ogni nucleo figlio contiene 23 dei 46 cromosomi di partenza. In tal modo il numero cromosomico si dimezza passando da diploide ad aploide . Inoltre, la meiosi I assicura a ogni nucleo figlio una serie completa di cromosomi.

Figura 17
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Mitosi e meiosi a confronto

La meiosi si distingue dalla mitosi per la formazione delle sinapsi fra cromosomi omologhi e per la mancata separazione dei centromeri al termine della metafase I.

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La variabilità genetica dipende dal comportamento dei cromosomi durante la meiosi

Come abbiamo visto, la mitosi è un processo che produce cellule geneticamente identiche alla cellula di partenza destinate all’accrescimento, alla riparazione dei tessuti danneggiati e alla riproduzione asessuata. La meiosi, indispensabile per la riproduzione sessuata, produce invece cellule aploidi diverse tra loro e dalla cellula di partenza.

I nuclei prodotti dalla meiosi I sono geneticamente diversi tra loro per due ragioni:

  1. Durante la profase I, attraverso il crossing-over, avviene uno scambio di segmenti fra il cromosoma materno e il suo omologo paterno. I cromatidi risultanti sono detti ricombinanti, in quanto contengono materiale genetico proveniente da entrambi i genitori.
  2. Nell’anafase I è un fatto del tutto casuale se un certo membro della coppia di cromosomi omologhi andrà a finire in una cellula figlia o nell’altra. Per esempio, se il nucleo diploide di partenza contiene due coppie di omologhi, un determinato nucleo figlio potrà ricevere il cromosoma 1 paterno e il cromosoma 2 materno, il cromosoma 2 paterno e il cromosoma 1 materno, entrambi i cromosomi materni, oppure entrambi i cromosomi paterni. Tutto dipende da come si dispongono le coppie di omologhi nella metafase I. Questo fenomeno prende il nome di assortimento indipendente.

Per via di quest’ultimo processo, al crescere del numero di cromosomi aumentano le possibili combinazioni casuali che essi possono dare. Nella specie umana, dove le coppie di cromosomi sono 23, si possono produrre 223 (8 388 609) combinazioni diverse già per il solo assortimento indipendente. Se a questo aggiungiamo l’ulteriore rimescolamento genetico del crossing-over, il numero di combinazioni possibili diventa praticamente infinito.


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