Studiare la vita
Il metodo scientifico: un caso di studio
Il punto di partenza: l’osservazione genera domande
Da sempre i biologi osservano il mondo circostante; oggi questa capacità è potenziata da tecniche sofisticate come la microscopia elettronica, l’analisi del DNA, le immagini ottenute con la risonanza magnetica o i satelliti per il posizionamento globale (▶figura 8).
Molti progressi della biologia moderna derivano da importanti innovazioni tecnologiche. Per esempio, prima dell’invenzione del microscopio era impossibile osservare i microrganismi presenti nei cibi; quando gli alimenti deperivano, formando muffe e larve, gli scienziati non sapevano a cosa fosse dovuto questo fenomeno, perché non ne vedevano la causa.
Secondo alcuni, le larve si formavano spontaneamente grazie a un principio vitale contenuto nell’alimento. Nel Seicento, però, lo scienziato italiano Francesco Redi (1626-1698) osservò che le larve non si formavano quando i cibi erano posti in un recipiente chiuso: questo perché le larve nascevano dalle uova delle mosche che si posavano sugli alimenti, non dagli alimenti stessi.
Dopo qualche giorno, tuttavia, anche nei contenitori chiusi si osservava la formazione di muffe. Da dove venivano? Erano generate spontaneamente dal cibo o provenivano, di nuovo, dalla contaminazione con qualcos’altro? A queste domande, sorte dall’osservazione, bisognava rispondere con una nuova ipotesi.