Le particelle dell’atomo
La natura elettrica della materia
Se ritagliamo due strisce di acetato da un lucido (A) e le strofiniamo con un foglio di carta, vediamo che esse si respingono. Otteniamo lo stesso risultato usando due strisce di plastica trasparente per raccoglitori (B). Ma se strofiniamo contemporaneamente le quattro strisce e proviamo ad avvicinare A a B, esse si attraggono. L’attrazione fra A e B diminuisce o scompare del tutto se le lasciamo a stretto contatto (▶figura 2.1). Ripetendo l’esperienza con numerosi materiali diversi, risulta che questi, se strofinati, hanno la capacità di respingere o attrarre le strisce A o B. In nessun caso sono attratte entrambe le strisce.
Se poi strofiniamo un righello o una penna, notiamo che essi sono capaci di attrarre piccoli pezzi di carta o i capelli. Quante volte, inoltre, abbiamo preso la «scossa» spingendo un carrello al supermercato oppure scendendo dall’automobile. Si tratta di fenomeni tutti collegati tra loro, che possiamo così interpretare:
- lo strofinio di qualsiasi materiale provoca la comparsa su di esso di una carica elettrica capace di attrarre piccoli oggetti;
- la carica elettrica può essere di due tipi: per convenzione si distingue in positiva (+) e negativa (‒);
- le cariche dello stesso segno si respingono mentre cariche di segno opposto si attraggono;
- un corpo è elettricamente neutro quando possiede lo stesso numero di cariche elettriche positive e negative;
- lo strofinio provoca la migrazione da un corpo all’altro di cariche elettriche negative, chiamate elettroni;
- un oggetto elettricamente carico è capace di caricare per «induzione» un oggetto neutro.
Come sono giunti gli scienziati a queste conclusioni?