Origine della vita e teorie evolutive
Charles Darwin viene considerato il «padre» della teoria evolutiva
Lamarck dette un importante contributo allo sviluppo del pensiero evolutivo
Il primo scienziato europeo che elaborò una teoria sistematica dell’evoluzione fu il francese Jean-Baptiste de Lamarck (figura 16). Questo «naturalista giustamente famoso», come lo definì lo stesso Darwin, nel 1801 ipotizzò arditamente che tutte le specie, Homo sapiens incluso, discendessero da altre specie. Lamarck era particolarmente interessato agli organismi unicellulari e agli invertebrati; i suoi studi su queste forme di vita lo portarono a considerare tutti gli organismi viventi in termini di complessità via via crescente e a pensare che ciascuna specie derivasse da un’altra precedente e meno complessa.
Come Cuvier e altri, Lamarck aveva osservato che generalmente le rocce più antiche contenevano fossili di forme più semplici. A differenza di Cuvier, tuttavia, egli ipotizzò che le forme più complesse si fossero originate da forme più semplici mediante una specie di progressione. Secondo la sua ipotesi questa progressione, o per usare un termine moderno «evoluzione», è regolata da due importanti principi: 1) gli organi degli animali diventano più o meno sviluppati e più o meno robusti in seguito all’uso o disuso che l’animale ne fa; 2) questi cambiamenti possono essere poi trasmessi dai genitori ai figli. Il secondo principio, detto dell’ereditarietà dei caratteri acquisiti, non venne formulato da Lamarck: ai suoi tempi, infatti, era già largamente condiviso sia dagli scienziati sia dalla gente comune, anche se in seguito si dimostrò scientificamente falso; un esempio famoso per illustrare tale principio è quello dell’evoluzione della giraffa (figura 17).