Un altro caso di processo evolutivo osservato direttamente è quello della farfalla punteggiata delle betulle, il cui nome scientifico è Biston betularia. Questa farfalla notturna, o falena, era ben nota ai naturalisti inglesi del diciannovesimo secolo, i quali avevano notato che si posava di solito sui tronchi ricoperti da licheni; su tale sfondo, la colorazione chiara di queste falene le rende quasi invisibili (figura 23A). Fino al 1845 tutti gli esemplari osservati di Biston betularia erano di colore chiaro, ma in quell’anno, nel nuovo centro industriale di Manchester, venne catturata una falena di questa specie di colore scuro.
Con la crescente industrializzazione dell’Inghilterra, le particelle di fuliggine cominciarono a coprire le piante nelle vicinanze delle cittadine industriali, uccidendo i licheni e lasciando nudi i tronchi degli alberi. Nelle regioni fortemente inquinate, i tronchi un po’ alla volta diventarono neri e, di conseguenza, diventarono sempre più rare le falene chiare (figura 23B). La sostituzione delle falene chiare con quelle nere procedette a grande velocità: a partire dal 1850 si trovavano solo poche falene chiare lontane dai centri industriali.
Ma come erano comparse le falene nere? Alla fine venne dimostrato che il colore nero era presente nella popolazione come una variazione naturale. Le falene nere erano sempre state presenti, ma in proporzioni minori. Ma perché allora il loro numero era aumentato così drasticamente? Alla fine degli anni cinquanta H.B.D. Kettlewell, medico e collezionista dilettante di falene e di farfalle, ipotizzò che le falene che si potevano mimetizzare meglio grazie al colore delle loro ali sfuggivano più facilmente agli uccelli insettivori.
In seguito, quando in Inghilterra vennero introdotti rigidi controlli sulle emissioni di particelle di fumo, il forte inquinamento da fuliggine cominciò a diminuire e la percentuale di farfalle chiare rispetto a quelle scure riprese ad aumentare, insieme con la ricomparsa di lichene sui tronchi degli alberi.
L’esempio di Biston betularia è un’ulteriore prova dell’opera selezionatrice dell’ambiente, che tende sempre a favorire la sopravvivenza e la riproduzione degli organismi più forti o meglio integrati nel loro habitat rispetto ad altri la cui linea evolutiva può, pertanto, andare talvolta incontro a estinzione.