Capitolo Trasformazioni della materia, energia e ambiente

I conti con l’energia

Per determinare sperimentalmente l’energia termica liberata da una reazione chimica si utilizzano apparecchiature chiamate calorimetri. In questo modo è possibile determinare il valore energetico di un alimento o il potere calorifico di un combustibile.

Come si misura l’energia

Dato che ogni forma di energia è, almeno in linea di principio, convertibile nelle altre, il Sistema Internazionale ha definito per l’energia una sola unità di misura, il joule (J). Un joule corrisponde all’energia cinetica posseduta da un corpo con massa di 2 kg che si muove alla velocità di 1 m/s ed equivale più o meno all’energia che si deve spendere per spostare questo libro dalla sedia al tavolo. Si tratta quindi di una quantità relativamente piccola, tanto che si usa molto spesso un suo multiplo, il kilojoule (kJ). Oltre al joule vengono ancora utilizzate, per lo più in campi specifici, altre unità di misura. Per valori di energia molto piccoli, come per esempio nel caso delle energie di ionizzazione, si può usare l’elettronvolt. Per indicare invece valori molto grandi di energia, come per esempio il fabbisogno energetico di uno Stato, si può usare una unità di misura molto grande, il Tep (tabella ► 1).

Per misurare il calore liberato o acquistato nel corso delle reazioni chimiche si usano apposite apparecchiature chiamate calorimetri. Queste apparecchiature consentono di effettuare una reazione chimica in condizioni che simulano con buona approssimazione un sistema isolato. Un tipo specifico di calorimetro, particolarmente adatto per la determinazione del calore liberato nelle reazioni di combustione, è la cosiddetta bomba calorimetrica (figura ►14).

La reazione avviene in un recipiente ermeticamente chiuso (A) e il calore liberato scalda una quantità nota di acqua distillata (B) e il calorimetro stesso; il calore assorbito dall’acqua si calcola con la seguente espressione:

 

Il calore specifico indica la quantità di calore che 1 kg di materiale deve acquistare per aumentare la sua temperatura di 1 °C (tabella ►2). Il calore specifico dell’acqua vale 4,184 kJ/(kg ∙ °C). Alla quantità di calore assorbita dall’acqua occorre aggiungere anche il calore assorbito dal calorimetro. Per ottenere questo valore occorre conoscere la capacità termica del calorimetro, cioè la quantità di calore necessaria per innalzare di 1°C la sua temperatura.

La quantità di energia così ottenuta corrisponde, in base al principio di conservazione dell’energia, al calore sviluppato dalla reazione di combustione. 

 

Tabella 1 Nella tabella sono riportate alcune unità di misura dell’energia e i corrispondenti valori espressi in joule.
Unità di misura Valore in joule
1 eV (elettronvolt) 1,602 ∙ 10−19
1 cal (caloria) 4,184
1 L · atm (litro-atmosfera) 1,013 ∙ 102
1 Btu (British thermal unit) 1,055 ∙ 103
1 kWh (kilowattora) 3,6 ∙ 106
1 Tep (tonnellata equivalente di petrolio) 4,2 ∙ 1010
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Figura 14
Figura 14openIl recipiente A contiene la sostanza (o il materiale) da bruciare e l’ossigeno sotto pressione. La reazione viene innescata elettricamente. L’agitatore serve a mantenere uniforme la temperatura dell’acqua e in questo modo si possono realizzare misurazioni attendibili dell’aumento della temperatura.
Tabella 2 Calore specifico di alcuni materiali. Questa proprietà è utile per confrontare la diversa capacità dei materiali di immagazzinare calore.
MaterialeCalore specifico
(kJ/kg · °C)
MaterialeCalore specifico
(kJ/kg · °C)
idrogeno (g) 14,3 marmo (s) 0,98
acqua (l) 4,184 asfalto (s) 0,92
cera (s) 2,5 alluminio (s) 0,90
glicerina (l) 2,43 vetro (s) 0,8
ammonica (g) 2,06 ferro (s) 0,45
glicole etilenico (l) 2,39 rame (s) 0,38
olio di oliva (l) 2,0 piombo (s) 0,13
aria (g) 1,00 oro (s) 0,13
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In una bomba calorimetrica vengono bruciati 0,400 g di olio combustibile. La combustione fa aumentare di 2,12 °C la temperatura di 2500 g di acqua contenuta nel calorimetro.

  1. Calcola il calore sviluppato dalla reazione che viene assorbito dall’acqua.
  2. Calcola il calore sviluppato dalla reazione sapendo che la capacità termica del calorimetro vale 3,08 kJ/°C.

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Oltre l'esperimento

Reazioni esotermiche e reazioni endotermiche

  1. Quali dati sperimentali, raccolti nel corso della prova, possono consentire di calcolare la variazione di energia chimica che accompagna la reazione di precipitazione del carbonato di magnesio?
  2. Quali accorgimenti occorre adottare perché i valori di q calcolati per la reazione tra la soluzione di solfato rameico e lo zinco risultino più accurati?
  3. Sciogliendo in acqua distillata una certa quantità di un composto ionico, KI, si osserva una diminuzione di temperatura. Come si può spiegare a livello particellare questo risultato?
  4. La reazione di precipitazione presentata nel filmato ha un ∆t di −2,2 °C. Quale risultato pensi che si possa ottenere se si mescolano volumi doppi delle stesse soluzioni reagenti?

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Il potere calorifico

Nella vita quotidiana le reazioni di combustione assumono grande rilevanza perché servono a produrre l’energia necessaria per gli usi domestici e per le attività industriali (figura ►15).

La quantità di calore liberata in una combustione è direttamente proporzionale alla quantità di materiale che viene trasformato. Se infatti si bruciano 100 g di carbonella, si ottiene una certa quantità di calore ed è logico supporre che bruciandone 200 g dello stesso tipo se ne ottenga il doppio. È opportuno quindi conoscere ed esprimere il valore dell’energia prodotta in rapporto alla quantità di materia trasformata. Per questo motivo è stato definito il potere calorifico, cioè il calore sviluppato da 1 kg o da 1 m3 di combustibile. Normalmente per i combustibili solidi e liquidi ci si riferisce alla massa mentre per quelli gassosi è più comodo riferirsi al volume (tabella ►3).

 

Tabella 3 Il potere calorifico del gas naturale è compreso tra due valori molto differenti, dato che questo gas è un miscuglio formato essenzialmente da metano (circa 85%) e da altri idrocarburi. In generale per tutti i miscugli, il valore del potere calorifico è un dato approssimativo, perché dipende dalla composizione del materiale.
Solidi (kJ/kg) Liquidi (kJ/kg) Gas (a STP)(kJ/m3)
torba ∼11000 metanolo 22000 idrogeno 10800
legna ∼16000 benzina ∼33000 gas naturale ∼30-44000
lignite ∼25000 kerosene ∼38000 metano 35800
carbon coke ∼29000 olio combustibile ∼39000 acetilene ∼56900
antracite ∼35000 gasolio ∼40000 propano 93800
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Calcola quanto olio combustibile occorre bruciare per ottenere una quantità di calore uguale a 1,55 ∙ 105 kJ.


Figura 15openI combustibili vengono bruciati per produrre calore.

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I conti con l’energia

Per saperne di più

Acqua come serbatoio energetico

L’acqua ha un calore specifico elevato. Questo fatto ha molta importanza per il clima: l’acqua del mare o di un lago si riscalda e si raffredda più lentamente del terreno che la circonda e ciò concorre a ridurre le escursioni termiche (cioè le differenze di temperatura) tra il giorno e la notte e tra l’inverno e l’estate. Per lo stesso motivo l’acqua viene normalmente utilizzata come fluido riscaldante nei radiatori, proprio perché può immagazzinare grandi quantità di calore che possono poi essere cedute nell’ambiente.

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I conti con l’energia

Alimenti ed energia

Da un punto di vista strettamente energetico l’uomo è una macchina che brucia «combustibili» per ottenere l’energia che gli serve per la sua vita biologica. Per un lungo periodo della sua storia, la preoccupazione principale degli esseri umani è stata proprio quella di procurarsi il cibo necessario per vivere. Oggi per fortuna non è più così, perlomeno per molti di noi, ma il cibo è ancora indispensabile: l’energia per muoversi e compiere tutte le attività in cui è richiesto l’uso dei muscoli e anche quelle in cui prevale l’attività intellettuale deriva sempre e solo dalla alimentazione.

Sappiamo che tutte le sostanze contengono energia chimica, ma si chiamano alimenti solo quei materiali che il «motore umano» è in grado di trasformare chimicamente per ricavarne l’energia di cui ha bisogno.

Le sostanze presenti negli alimenti che possono fornire energia per la vita degli esseri umani sono i glucidi o carboidrati, i lipidi o grassi e i protidi o proteine. Molti alimenti contengono in diversa percentuale tutti questi principi nutritivi; alcuni invece, come l’olio d’oliva e lo zucchero, sono costituiti praticamente da un unico principio nutritivo. La figura ►16 mostra tre gruppi di alimenti che contengono prevalentemente glucidi o lipidi o protidi. 

Ogni principio nutritivo ha il suo potere calorifico, cioè l’ammontare di energia che può fornire quando viene ingerito e quindi trasformato dall’organismo (tabella ►4). 

Per il nostro fabbisogno energetico è preferibile ricorrere agli alimenti che contengono prevalentemente glucidi e lipidi. Anche i protidi possono fornire energia, ma la loro funzione principale è «plastica»: ciò significa che il nostro organismo ha bisogno di protidi soprattutto per trarne le sostanze che servono per la costruzione di nuove cellule, gli amminoacidi.

Oggi sulla confezione di molti prodotti alimentari si possono leggere i valori delle quantità di lipidi, protidi e glucidi presenti nelle singole porzioni o in 100 g di alimento e il corrispondente valore energetico (figura ►17).  Nella tabella ►5 è riportato il valore energetico di alcuni alimenti.

In ogni caso siamo in grado di calcolare il contenuto energetico di una qualunque porzione di alimento conoscendone la composizione percentuale dei tre principi nutritivi.

    

Tabella 4 Valori energetici dei principi nutritivi forniti dall’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione.
Protidi 16,7 kJ/g (4,0 kcal/g )
Lipidi 37,7 kJ/g (9,0 kcal/g)
Glucidi 15,7 kJ/g (3,75 kcal/g)
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Figura 17
Figura 17openOggigiorno su quasi tutte le confezioni di alimenti si trovano informazioni più o meno dettagliate sul loro valore nutrizionale; in tutti i casi è sempre indicato il valore energetico. Nel caso degli alimenti è ancora diffuso l’uso della kilocaloria (kcal).
Tabella 5 Nelle tabelle ufficiali dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione il valore energetico viene espresso in kilojoule e si riferisce a 100 g di parte edibile.
Valore energetico di alcuni alimenti (kJ/100 g)
pasta di semola bollita 573 finocchi crudi 36 carne bovino magro 462
pizza napoletana 1135 cocomero 65 carne di pollo (coscia) 523
pane comune 1151 carote crude 147 carne maiale magro 658
pane all’olio 1249 mele 161 hamburger 1012
pasta di semola cruda 1476 banane 273 prosciutto crudo 1120
biscotti secchi 1738 fagioli bolliti 425 würstel 1129
cracker 1791 patate fritte 787 mortadella 1328
grissini 1802 arachidi 2502 salame 1768
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Calcola il valore energetico sviluppato da un panino all’olio da 90 g imbottito con 40 g di mortadella.

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Nelle confezioni di latte vaccino commercializzato con il nome di «latte intero a lunga conservazione» è indicato che 100 g di prodotto contengono mediamente 3,15 g di protidi, 4,95 g di glucidi e 3,60 g di lipidi.

Calcola quanta energia si può ottenere da 180 g di latte.

esempio

Sappiamo che 100 g di un gelato alla fragola contengono 1,4 g di protidi, 1,7 g di lipidi e 21,3 g di glucidi.

Vogliamo ora calcolare il valore energetico di una porzione di gelato di 85 g. Innanzi tutto occorre calcolare la quantità di principi nutritivi presenti nel gelato:

massa dei protidi 100 g : 1,4 g = 85 g : x x = 1,2 g
massa dei lipidi 100 g : 1,7 g = 85 g : x x = 1,4 g
massa dei glucidi 100 g : 21,3 g = 85 g : x x = 18 g

Ora, utilizzando i dati della tabella 4, possiamo calcolare il valore energetico delle singole quantità di principi nutritivi:

energia dei protidi 1,2 g ∙ 16,7 kJ/g = 20 kJ
energia dei lipidi 1,4 g ∙ 37,7 kJ/g = 53 kJ
energia dei glucidi 18 g ∙ 15,7 kJ/g = 283 kJ

La porzione di gelato alla fragola quindi fornisce in totale 356 kJ (ovvero 85 kcal).


Figura 16openNella figura di sinistra sono mostrati cibi contenenti in prevalenza glucidi; in quella centrale, invece, sono presenti alimenti in cui prevalgono i lipidi; a destra, infine, gli alimenti ricchi di protidi.

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