L’apparato cardiovascolare e il sangue
La composizione e le funzioni del sangue
I leucociti svolgono molti ruoli di difesa
I leucociti (chiamati anche globuli bianchi) possiedono un nucleo e appaiono incolori. Sono molto più grandi e meno numerosi degli eritrociti: 1 mm3 di sangue umano ne contiene in media 7000, ma il loro numero può variare in un intervallo considerevole.
I leucociti si formano dalle cellule staminali del midollo osseo che generano anche gli altri elementi figurati (▶figura 10) e hanno funzioni difensive: con metodi diversi possono attaccare virus, batteri o altri organismi estranei e in molti casi possono anche riconoscere e neutralizzare cellule tumorali.
Tutti i leucociti presentano una caratteristica peculiare: possono abbandonare l’apparato circolatorio ed entrare negli spazi intercellulari, richiamati da segnali chimici emessi dalle cellule dei tessuti in presenza di organismi o sostanze estranei. Gli stessi segnali di richiamo inducono anche la proliferazione dei leucociti. Un numero elevato di leucociti nel sangue può quindi essere un indizio utile per diagnosticare un’infezione in atto. Come abbiamo detto esistono diversi tipi di leucociti.
- I granulociti sono caratterizzati dalla presenza nel citoplasma di grossi granuli visibili al microscopio ottico dopo colorazione: si dividono in neutrofili (che hanno affinità per i coloranti neutri), eosinofili (che si colorano con quelli acidi) e basofili (affini a coloranti basici).
- I linfociti, che comprendono linfociti T, linfociti B e cellule natural killer, partecipano alle difese specifiche: dapprima riconoscono un agente patogeno, poi lo attaccano in modo mirato. La risposta mirata implica quasi sempre la produzione di proteine circolanti nel sangue, chiamate anticorpi.
- I monociti sono i leucociti più grandi, caratterizzati da un grosso nucleo a forma di ferro di cavallo.
Vediamo ora come agiscono i globuli bianchi in caso di infezione. I primi a rispondere sono i granulociti neutrofili, che fagocitano (cioè inglobano e digeriscono) i microrganismi estranei; contemporaneamente, essi rilasciano speciali enzimi come il lisozima, che distrugge la parete dei batteri.
I monociti impiegano più tempo per raggiungere il sito di infezione; una volta arrivati nei tessuti infetti si trasformano in macrofagi, cellule di grandi dimensioni che possono fagocitare molti più microbi rispetto ai neutrofili. Allo stesso tempo, i granulociti eosinofili e basofili lasciano i capillari e passano nel liquido interstiziale. Qui gli eosinofili svolgono azione fagocitaria e rilasciano enzimi che combattono l’infezione, mentre i basofili liberano sostanze come l’eparina, l’istamina e la serotonina, che intensificano la risposta infiammatoria e sono coinvolte nelle reazioni allergiche.
I tre tipi di linfociti (B, T e natural killer) sono i principali «combattenti» che intervengono nella risposta immunitaria, di cui parleremo in dettaglio nel ▶capitolo C6. I linfociti B si differenziano nelle plasmacellule, le quali producono anticorpi che contribuiscono a distruggere i batteri e a inattivare le loro tossine; i linfociti T attaccano virus, funghi, cellule estranee o tumorali e batteri; i natural killer, infine, aggrediscono un’ampia varietà di agenti infettivi e di cellule tumorali.