Unità Aristotele

Lezione La suddivisione del sapere e le origini del problema metafisico. La “filosofia prima” e le quattro cause

Concetto e ambito d’indagine della metafisica

Nella trattazione della logica, abbiamo evidenziato che la diversa funzione svolta dal soggetto e dal predicato nella proposizione rende intelligibile la predicazione di non-identità. Questa diversità non è altro che la trasposizione in ambito linguistico-formale della nozione articolata o “organica” di realtà, composta di individui, generi, specie ed entità supreme, che Aristotele identifica col divino. Ora, il problema metafisico dovrà essere impostato rispetto a una simile articolazione, che possiamo compendiare nel concetto di equivocità dell’essere. Tuttavia – come ci mostra la connessione predicativa –, benché equivoco, l’essere è anche relazionale e, come qualsiasi organismo, ogni compagine relazionale è tale nella misura in cui è riconducibile a un’unità, cioè a una connessione sorretta da principi comuni. Il compito della metafisica è dunque anzitutto archeologico, cioè consiste nell’occuparsi dei principi della realtà.

A questo proposito, notiamo anzitutto come la metafisica aristotelica implichi un ritorno a quella questione dei principi che era stata superata dall’impostazione socratico-platonica: ciò dipende dal carattere naturalistico-organicistico dell’aristotelismo, che intende la realtà secondo l’unico piano, immanente e continuo, della sostanza. Il sapere che si rivolge a una realtà di questo genere non può essere assertorio (descrittivo-constatativo) o ipotetico-ideale, ma dev’essere deduttivo, nella misura in cui la realtà organica si presenta come un sistema di cause ed effetti che riproduce il sapere dimostrativo dei sillogismi scientifici (premesse e conseguenze). L’archeologia della filosofia prima si congiunge così immediatamente al “sapere attraverso le cause” o aitiologia (da aitía = causa): tutto ciò che esiste deve avere una causa, a eccezione dei principi che, come cause prime, non sono a loro volta causati. In quanto aitiologia, la metafisica è la scienza delle quattro cause – materiale, formale, efficiente e finale – già in parte intraviste, come nota lo stesso Aristotele, dai suoi predecessori.

Ora, se la metafisica deve rivolgersi ai principi o cause prime, questo significa che non può interessarsi di ciò che è derivato e secondario. Infatti, ogni aspetto derivato è settoriale perché non riguarda tutto l’essere, ma solo una sua parte. Ricordiamoci che la domanda metafisica riguarda la possibilità di cogliere l’essere, possibilità che andrà ricercata solo tematizzando l’essere in sé, nel suo significato più ampio o trascendentale. In questo senso, la “filosofia prima” si presenta come un’ontologia fondamentale che indaga l’essere in quanto essere, cioè in quanto condizione di ogni cosa.

A sua volta, la domanda ontologica fondamentale, rendendo l’essere in sé l’oggetto della ricerca, lo inserisce all’interno di un processo discorsivo in cui le domande e le risposte possono avere un senso. L’essere diventa dunque il soggetto della predicazione, cioè il corrispondente a livello linguistico di ciò che la sostanza è a livello ontologico. Il quarto significato della metafisica sarà dunque quello di “scienza che indaga la sostanza” ovvero di ousiologia (da ousía = sostanza, essenza).

Infine, la ricerca delle cause prime ci porta ai principi originari da cui tutto dipende e che non dipendono da altro. Tuttavia, questi principi originari non possono essere veramente “molteplici”, ma devono potersi ricondurre a uno; se infatti fossero molteplici, sarebbero relativi, cioè l’uno al di fuori dell’altro, finiti e reciprocamente dipendenti, quindi, ancora una volta, non principi dell’essere, ma solo di una sua parte o aspetto. Ora, deve esistere un ordine assoluto che rende possibile la relazione di ciò che è relativo. Quest’ordine è “Dio”, la suprema sostanza soprasensibile. La metafisica è così, in ultima istanza, teologia. Inoltre, poiché tutto ciò che esiste tende all’ordine assoluto del divino – anzi il divino è tale proprio in virtù di questa finalità che impone all’essere –, la metafisica appare anche come teleologia, cioè come scienza dei fini ultimi della realtà 4.


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