Unità Aristotele

Lezione L’ontologia, la teoria della sostanza e la teologia

La sostanza

Dopo aver ridotto il problema ontologico generale al suo nucleo centrale, cioè alla questione della sostanza (ousía), Aristotele si accinge ad affrontarne direttamente la definizione, la quale si divide in due parti: 1) che cos’è la sostanza in generale? 2) Quali sostanze esistono?

  1. Per rispondere alla domanda generale sulla sostanza, bisogna partire dalle cose sensibili. Esse infatti sono ammesse da tutti e, per noi uomini, sono ontologicamente prime. Ora, in ogni cosa della nostra esperienza noi possiamo distinguere una forma (éidos, morphé) e una materia (hýle). La forma non è l’aspetto esterno, la semplice “configurazione”, ma l’intima natura delle cose, quella natura che fa essere le cose ciò che sono: per esempio, l’anima razionale è la forma dell’uomo, la sua essenza. Ma senza una materia, nessuna essenza o forma potrebbe esistere nella nostra esperienza. D’altra parte, la materia pura senza la forma sarebbe totalmente indeterminata, una mera potenzialità 7. Posto dunque che la materia contribuisce all’individuazione delle forme e che ogni cosa della nostra esperienza sensibile è un sinolo, cioè unione di materia e forma, vi è senza dubbio una diversa rilevanza tra forma, materia e sinolo, a seconda che si adotti una prospettiva logico-ontologica oppure empirica e descrittiva. Una cosa è tuttavia chiara: da qualsiasi prospettiva la si colga, la materia, in virtù della sua indeterminazione, può dirsi “sostanza” solo in senso del tutto improprio e derivato.
  2. La diversa rilevanza tra forma e sinolo dipende invece dalla differente prospettiva tematica, in un rapporto di conversione tra l’aspetto logico-ontologico e quello empirico. Infatti, assumendo i criteri di riconoscimento della sostanza già esposti nell’órganon – vale a dire: a) non inerire ad altro; b) sussistere per sé; c) essere un determinato “questo qui” e non un universale astratto; d) avere un’unità intrinseca; e) essere in atto –, dal punto di vista empirico il sinolo, come concreto individuo, indica la sostanza per eccellenza, mentre dal punto di vista ontologico-metafisico sostanza per eccellenza è la forma, in quanto “causa” o fondamento dell’essere 8. In conclusione, potremmo dire che il sinolo è la sostanza nel più alto grado ontico-esistenziale rispetto al significato “mondano” dell’esistenza, mentre la forma è la sostanza nel più alto grado ontologico, cioè come possibilità di conoscenza e di senso per l’esistenza. Ora, ogni senso dell’esistenza, in quanto calato in qualcosa che effettivamente esiste, è sempre singolare e determinato, e tale è la forma nel suo essere più autentico. Tuttavia, nel momento in cui conosciamo, trattiamo la forma come una specie o un genere, cioè come un universale astratto. Ecco perché, da un certo punto di vista, la forma è una realtà non-universale e, da un altro, essa appare invece come universale. Tutto questo fa sempre parte dei diversi significati in cui può “dirsi” l’essere.

vai a pag

preferenze

carattere

colori: