Unità Aristotele

Lezione Vita e opere di Aristotele

Il problema degli scritti

In via preliminare, il problema degli scritti aristotelici si presenta in modo esattamente opposto rispetto a quello degli scritti platonici. Se questi ultimi, in quanto opere essoteriche o “rivolte al pubblico”, ci sono stati tramandati per intero e nella loro totalità – mentre vi è incertezza riguardo alle dottrine non scritte che, peraltro, costituiscono un corpus esoterico completamente orale –, degli scritti aristotelici ci sono invece pervenuti solo quelli esoterici o acroamatici, cioè destinati all’insegnamento nella scuola e riservati ai discepoli, mentre solo pochi frammenti ci restano degli scritti essoterici, cioè delle opere letterariamente più impegnative di Aristotele, destinate al grande pubblico e composte per gran parte da dialoghi di cui era egli stesso l’interlocutore principale. Inoltre, scarsi frammenti rimangono di un’altra considerevole parte dell’opera aristotelica, ossia quella costituita dalle grandi compilazioni enciclopediche riguardanti tutti i campi dello scibile e redatte dalla scuola sotto la sua direzione, tra cui una Costituzione politica degli ateniesi, residuo di una vastissima raccolta delle costituzioni di tutta la Grecia.

Peraltro, questa incompletezza riguarda gli stessi scritti esoterici. A quanto pare, infatti, essi componevano originariamente una raccolta di non meno di 1000 libri, mentre a noi ne rimangono circa 162, compresi gli apocrifi. Per di più, le opere che possediamo, benché significative dal punto di vista filosofico, non sono certo le più estese dal punto di vista della cultura scientifica generale, né si può dire corrispondano alla visione che della produzione aristotelica avevano gli antichi, dato che – per esempio – la Metafisica non figura affatto nei cataloghi del periodo alessandrino.

Un’altra questione non meno rilevante riguarda – come abbiamo già accennato – il fatto che gli scritti esoterici, cioè gli unici pervenutici con una relativa integrità, avessero una funzione didattica e servissero come testo di discussione per le lezioni. Essi devono perciò essere considerati come insiemi di appunti o “compilazioni” in cui spesso la mano di Aristotele si confonde con quella dei suoi allievi: solo le opere più sistematiche e impegnative possono essere ritenute come esclusive del maestro 3.

A questa serie di incertezze filologiche, riguardanti l’incompletezza, la frammentarietà e la parzialità testuale nell’ambito dell’intero corpus originario, nonché l’ambiguità nell’attribuzione degli autori, si deve infine aggiungere la storia romanzesca, leggendaria e per certi aspetti rocambolesca che riguarda la sorte degli scritti dopo la morte di Aristotele. Egli lasciò infatti le sue opere esoteriche al discepolo Teofrasto e, dopo una serie di vicissitudini che per oltre un secolo ne determinarono l’oblio, nel II sec. a.C. esse furono riscattate da un ricco bibliofilo e riportate ad Atene. Da qui Silla le trasferì a Roma nell’85 a.C. e nel 50 a.C. Andronico di Rodi iniziò la raccolta e la cura della prima edizione definitiva delle opere aristoteliche. La perdita dei libri essoterici dev’essere invece in gran parte imputata alla distruzione degli esemplari contenuti nella Biblioteca di Alessandria durante i ripetuti incendi che la colpirono dal I al III sec. d.C. 4.

Degli scritti essoterici ci rimangono alcuni titoli di ispirazione platonica, come per esempio un Convito, un Menesseno, uno scritto Sul bene, e un dialogo Sulla giustizia. Più importanti, perché testimoniano di un primo distacco dal platonismo, sono l’Eudemo sull’immortalità dell’anima, il Protrettico, una specie di “esortazione alla filosofia”, e infine lo scritto Sulla filosofia, composto in tre libri presumibilmente dopo la morte di Platone e riguardante la storia del termine “sapienza” (sofia) in relazione alla critica alla dottrina delle idee, a favore di una nuova concezione teologica basata sulla concezione dei gradi dell’essere fino al grado supremo di Dio come assoluta perfezione. Gli scritti esoterici si possono suddividere – tematicamente e cronologicamente all’interno di ogni gruppo tematico – nel seguente modo.

  1. Scritti di logica, raccolti in epoca bizantina in un corpus chiamato Organon (“strumento”) e comprendenti: Topici (sul ragionamento dialettico, sull’arte della confutazione fondata su premesse probabili, e sull’eristica), Categorie (sui predicati primi), Elenchi sofistici (sulla dimostrazione e la confutazione dei ragionamenti sofistici), Sull’interpretazione (intorno alle proposizioni e al giudizio), Analitici primi (sulla struttura del ragionamento e dei sillogismi deduttivi), Analitici secondi (sul procedimento induttivo, la definizione e la divisione dei principi).
  2. Scritti di fisica, storia naturale e matematica: Fisica, Sul Cielo, Sulla generazione e corruzione, Meteorologica, Storia degli animali, Sulle parti, generazione, trasmigrazione, movimento degli animali. La “fisica” tratta per Aristotele della natura dei corpi materiali in relazione al movimento, allo spazio e al tempo, in quanto inerenti al divenire all’interno di un universo finito.
  3. Scritti di psicologia: Sull’anima, Parva naturalia. La psicologia, cioè la dottrina dell’anima, si affianca alla fisica in quanto l’anima rappresenta la forma del corpo materiale e organico che ha la vita in potenza.
  4. Scritti di metafisica: Metafisica, in 14 libri. I più importanti sono i libri I-III e XIII-XIV (metafisica originaria), XII (metafisica intermedia o di transizione) e VII-IX (metafisica più matura). La metafisica è per Aristotele la “filosofia prima” che tratta dell’essere in quanto tale, cioè dei suoi principi e aspetti fondamentali. Anche se dal punto di vista logico e tematico essa manifesta una sua unità, non si tratta né di un’opera letterariamente unica, né gli scritti che la compongono furono in tal modo riuniti e chiamati da Aristotele con tale termine, il quale anzi si suppone coniato a tale scopo dai suoi allievi e poi utilizzato dallo stesso Andronico di Rodi nel I sec. a.C. La Metafisica contiene essenzialmente l’ontologia aristotelica e il suo stesso concetto di filosofia, esaminati secondo diverse prospettive: storica (rassegna e critica delle dottrine dei predecessori), epistemologica (i principi della scienza), logica (principio di non-contraddizione), terminologica (definizione dell’ambito della filosofia rispetto alle altre scienze), statica (teoria della sostanza), dinamica (teoria della potenza e dell’atto congiunta alla spiegazione causale), relazionale (rapporto tra unità e molteplicità), teologica (Dio come motore immobile), immanentistica (critica alla dottrina delle idee).
  5. Scritti di etica: Etica eudemia, Etica nicomachea e Grande morale (probabilmente opera di un aristotelico tardo). Aristotele presenta qui il “secondo genere” di razionalità che si affianca alla ragione teoretica, ovvero la ragione o filosofia pratica, fondata sul concetto di saggezza e virtù etica come “giusto mezzo”.
  6. Scritti di politica: Politica e Costituzione degli ateniesi (frammento). Vengono qui esposte e discusse la teoria dello Stato e le fondamentali forme di governo.
  7. Scritti di retorica e di estetica: Retorica, Poetica. Si tratta di scritti in cui assume rilievo la terza forma di sapere (accanto alle scienze teoretiche e pratiche), cioè il sapere poietico che riguarda l’arte, riscattata così dalla svalutazione che ne aveva fatto Platone. A tal fine, vengono evidenziate le nozioni di “verosimile”, di “metafora” e di “espressione discorsiva”, congiunte alla rivalutazione dell’arte tragica 5.

5.I periodi della vita di Aristotele in relazione ai principali scritti e ai caratteri della sua filosofia

Periodi 1. Periodo dell’Accademia in Atene (367-347) 2. Periodo dei viaggi: Asso, Lesbo, Macedonia (347-334) 3. Secondo periodo ateniese. La fuga da Atene e la morte in Calcide (334-322)
Scritti principali
  • Categorie, Sull’interpretazione, Topici;
  • dialogo Sulla filosofia, relazione Sul bene, dialogo Eudemo, Protrettico, dialogo Sulla Giustizia;
  • Poetica, Retorica, Grande mo­rale;
  • Fisica I-VII, Sul cielo, Sulla generazione e corruzione, Meteorologica IV;
  • Metafisica, libri I, III, X, XIII, XIV.
  • Etica eudemia.
  • Storia degli animali;
  • Sulle parti degli animali, II-IV;
  • Sulla trasmigrazione degli animali;
  • Prima stesura di Sull’anima e Parva naturalia;
  • Politica, I, VII-VIII.
  • Rielaborazione della Retorica;
  • Politica, II-VI;
  • Metafisica: libri IV, VI, VII, VIII, IX;
  • Fisica, VIII;
  • Sulle parti degli animali, I;
  • Sulla generazione degli ani­mali;
  • Sul movimento degli animali;
  • Stesura definitiva di Sull’anima e Parva naturalia;
  • Etica nicomachea.
Caratteri dell’indaginefilosofica Il ventennio filosofico iniziale è in realtà quello più importante. Nella prima parte di questo periodo (367-355) Aristotele lavora intensamente: legge, raccoglie materiali, è polemico e critico. Mostra un’erudizione sorprendente: conosce in dettaglio quasi tutte le opere dei predecessori che trattano di filosofia, letteratura e scienza.Nella seconda parte del ventennio (355-347) pone le basi per la sua scienza della natura, per l’indagine etica e politica. Le opere traboccano di vitalità e di fiducia in sé stesso: si tratta del periodo culminante della sua vita. Inizia la sua collaborazione con Teofrasto, destinata a durare tutta la vita.L’ambiente nuovo e i numerosi viaggi gli permettono di accogliere nuovi stimoli e di intrattenere numerose relazioni.Dominano le grandi raccolte di materiali (illustrazioni, tradizioni, scritti) e si sviluppano le osservazioni empiriche. Quest’ultimo periodo è detto anche “fase psicologica”.Si modifica lo stile e si attenua il tono polemico, più cauto e compassato. I contenuti sono ricchi di sfumature e molto articolati.Si manifesta in massimo grado la vena teorica e speculativa che fa di Aristotele il prototipo del professore dotto ed erudito.
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