Da Mendel ai modelli di ereditarietà
La determinazione cromosomica del sesso
La determinazione cromosomica del sesso
Il differente corredo cromosomico di due individui di sesso diverso fornisce un mezzo intrinseco per la determinazione del sesso. In questo caso la determinazione è di tipo genetico e può essere controllata mediante due diversi meccanismi: uno dosaggio-dipendente e uno basato sulla presenza di un gene dominante.
Nel caso dei mammiferi, specie umana compresa, la mancanza del cromosoma Y (o condizione X0) determina lo sviluppo di caratteri sessuali femminili e ciò ha permesso di comprendere che tale cromosoma è portatore di un gene dominante. La presenza del cromosoma Y, infatti, è necessaria affinché l’embrione si sviluppi verso il sesso maschile.
Sia i moscerini del genere Drosophila che i vermi piatti Caenorhabditis elegans presentano, invece, un meccanismo di determinazione del sesso del tipo dosaggio-dipendente: lo sviluppo dei caratteri sessuali, infatti, è controllato dal rapporto tra i cromosomi sessuali X e gli autosomi. Nonostante le drosofile presentino un cromosoma Y nel maschio, quest’ultimo è irrilevante ai fini della determinazione del sesso, poiché individui X0 sono maschi e individui XXY sono femmine.
Esistono, come dicevamo, anche i casi in cui il sesso è controllato da un unico gene mendeliano. Un esempio è quello di un noto vegetale: l’asparago. Mentre la condizione omozigote recessiva (mm) porta alla formazione di un individuo femminile, quella eterozigote (Mm) porta alla formazione di un maschio. Dall’incrocio, invece, tra una femmina e un maschio si otterrà una progenie costituita per metà da femmine e per metà da maschi.