Le forze e i moti
Il moto rettilineo uniforme (forza nulla)
l secondo principio della dinamica, \( {{\vec{{F}}}}={m}{{\vec{{a}}}} \), permette di determinare le forze che occorre applicare, per esempio, a un Boeing perché parta da Roma Fiumicino e atterri in orario all’aeroporto John F. Kennedy di New York sulla pista assegnata.
Un aereo che si trova a una determinata altezza e si muove a una data velocità è soggetto a forze, quali il suo peso e l’attrito dell’aria.
Per ottenere un effetto ben preciso, per esempio un atterraggio ben riuscito, occorre calcolare le forze che devono essere impresse dal motore e dalle superfici mobili presenti sull’aereo (alettoni, flaps, timone, ...): un tale calcolo è possibile se sono note istante per istante le condizioni dell’aereo (posizione, velocità, massa, ...).
Calcoli di questo genere richiedono grandi capacità matematiche e l’uso di potenti computer; in questi paragrafi applicheremo però lo stesso metodo a casi molto più semplici, che possono essere studiati senza particolari difficoltà.
Questi sono i «blocchi» fondamentali con cui possono essere costruiti moti più complessi e generali: in molti casi, i programmi che simulano le traiettorie degli aerei o le orbite delle sonde spaziali non fanno che scomporre tali moti in una successione di un enorme numero di movimenti semplici, dello stesso tipo di quelli che sono presentati in questo capitolo.